Era partito all’inizio del 2006 con l’ambiziosa promessa di essere una specie di YouTube italiano e altro ancora: in piena esplosione del fenomeno web 2.0, Qoob consentiva di pubblicare suoni, immagini statiche, filmati. Durante la sua breve esistenza ha ospitato concorsi che ad esempio consentivano di realizzare video user-generated per la musica di artisti come Jovanotti o per campagne pubblicitarie. Concorsi che prevedevano anche premi in denaro. Alcuni contenuti del sito venivano selezionati per il canale tv digitale terrestre (poi ristrutturato in web tv); altri ancora, se ritenuti meritevoli da MTV, finanziati e mandati in produzione come piccoli serial.
Tutto molto bello; purtroppo lo spietato comunicato postato di questi tempi sul sito, è decisamente perentorio:
"Il 31 ottobre 2010 è il giorno in cui QOOB abbassa la saracinesca. Purtroppo è giunto il momento di chiudere questo progetto, non essendo più in grado di sostenere i costi e lo sforzo in termini di risorse umane necessari a portarlo avanti in maniera soddisfacente."
Molto triste in particolare questa parte:
"Dal 31 ottobre tutti i dati relativi al tuo account e i contenuti caricati verranno cancellati dai nostri server, contestualmente le licenze che avete accettato in fase di upload decadranno in modo automatico."
Qoob.tv era multipiattaforma: presente su web e tv, accessibile da wap, era disponibile in italiano e inglese; ma era anche il riciclaggio di una tv analogica, Flux, che aveva persino dovuto soffrire l’oscuramento perché a quanto pare in violazione della Legge Gasparri (Telecom Italia Media non avrebbe potuto disporre di una terza tv analogica; il canale fu spostato sul digitale e trasformato in Qoob). Peraltro Flux era a sua volta la seconda versione di un altro canale (YOS, Your Open Source) partito nel 2005. Inoltre, il nome Flux era stato usato anche in Gran Bretagna e Giappone per canali tv dello stesso gruppo; esperienza conclusa anche lì (il nome Flux è comunque rimasto in casa MTV ed è oggi associato a una piattaforma “social” che vanta 11 milioni di utenti). Insomma una buona idea ma con dietro un discreto pasticcio.
MTV & il “digital divide”
MTV in generale, non solo la filiale italiana, nell’ultimo decennio ha sofferto di una sorta di distacco dalla realtà: persa in un marasma di reality e programmi spazzatura, MTV ha smesso di essere il faro dell’industria musicale, che ha sorretto nella seconda metà degli anni ‘80 e che per alcuni ha invece solo contribuito ad affossare, a partire dalla metà del decennio successivo.
“MTV has lost its groove”, dichiarava Mark Wallace su Wired già nel 2007; pur presente in moltissimi campi, sembra arrivare sempre in ritardo rispetto alla concorrenza. Per esempio, nonostante un’ampia presenza online, MTV non ha mai sfondato nella distribuzione digitale di musica (fallimentare il suo servizio dall’infelice nome di Urge, poi fuso con Rhapsody; in Italia ci fu un effimero accordo con la defunta Vitaminic).
Vittima di una sorta di strano “digital divide” che la vede ancora troppo legata all’ormai vetusto apparecchio televisivo, non ha sfondato col video online, dove è inattaccabile lo strapotere di YouTube ed esistono decine di piccoli altri concorrenti. Per non parlare dell’americano Vevo, che è la versione YouTube dell’MTV di una volta, con la benedizione delle major del disco.
Né è andata meglio con i social network: gli 11 milioni di utenti di Flux sono di certo una cifra ragguardevole. Briciole però, in confronto agli oltre 500 milioni di un Facebook.
Non ce l’ha fatta neppure coi mondi virtuali: tutti conoscono almeno di nome Second Life, o una via di mezzo tra un gioco di ruolo e un mondo virtuale come World of Warcraft; moltissimi sono gli utenti di IMVU e si affacciano sulla scena concorrenti agguerriti come Frenzoo e NuVo. Nessuno ricorda invece Virtual Laguna Beach, tentativo di trasferire in pixel un format già un po’ triste nell’originale televisivo, e di farne un mondo a sua volta riciclabile anche per apparizioni televisive, o gli analoghi Virtual Pimp My Ride, Virtual Backstage Pass e via dicendo. Nel giro di un paio d’anni ristrutturati sotto il nome Virtual MTV e accessibili tramite browser all’indirizzo virtual.mtv.com (era il febbraio 2009); per poi scomparire senza lasciare traccia.
Qoob in un contesto del genere sembra un’altra iniziativa buttata nella mischia un po’ fuori tempo massimo; è un peccato che almeno non venga salvaguardato come archivio, visto che aveva dato spazio a molta creatività e che comunque i contenuti, pur messi da parte in una sottosezione di altro sito, avrebbero potuto se non altro portare un minimo di traffico.(*)
altre info:
millecanali.it
rockol.it
(*) tratto dalla rete
Davvero un peccato, QOOB lo seguivo con molto piacere prima sul digitale e poi iscrivendomi al sito. C'erano tantissimi cortometraggi davvero belli che adesso non so più come trovare per rivederli =(
RispondiEliminaPuoi trovare qualcosa qui http://www.livestream.com/qoob fintanto che non li cancellino... ciao e grazie per il commento!
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