Su Repubblica.it oggi è apparso un articolo sul "rischio" delle reti Wi-Fi dal titolo Wi-fi, reti a rischio intrusione. Questo articolo ci mette in guardia sul fatto che alcuni "loschi" e non ben definiti individui, senza fare alcun riferimento ad arresti, indagini e quant'altro, si siano specializzati nel decodificare le password d'accesso delle reti wi-fi casalinghe che sfruttano i modem/router dati in comodato d'uso dai provider italiani. L'unico riferimento è un software, "firesheep", peraltro obsoleto e dalla dubbia efficacia. Non mi convince neanche il fatto che ad allertarci sia un ex hacker, che dopo il patteggiamento di una condanna, sia passato all'altra sponda e che oggi gestisce la @mediaservice.net società di sicurezza informatica.
Insomma come molte altre notizie infondanti del passato, dalle api assassine, (api e non vespe poichè nell'immaginario collettivo l'ape è buona), alle piante di casa velenose che possono causare arresti cardiaci e/o shock anafilattici alle stelle di Natale particolarmente pericolose per i bambini se un ramoscello si spezza, al più noto millennium bug del 2000, mi sembra l'ennesima notizia rientrante nella ridondante strategia del terrore alla quale i media si attaccano da decenni.
Volete una rete wi-fi sicura? Collegate i vostri terminali via cavo ;-) Forse però dovremmo imparare dagli altri Paesi, anche europei, meno paranoici di noi italiani, dove molto spesso le reti wi-fi casalinghe vengono lasciate aperte o con password semplici, come "1234", "password", "hello" ecc. Del resto i dati personali, una volta immessi in rete, sono comunque recuperabili da un bravo cracker accedendo alla rete da qualsiasi punto e non necessariamente dalla rete di casa vostra. Non credo inoltre che il vicino di casa o chi passa nel raggio d'azione della vostra rete per scaricarsi la posta sia un avido usurpatore dei vostri dati personali che spesso "regaliamo" per iscriverci ad un determinato social network o per ottenere la tessera sconto del negozio sotto casa ;-) I dati personali non esistono più.
Ciao,
RispondiEliminasono il Raoul di cui parli :)
A dire il vero, sono alcuni mesi (parecchi), che nella "community", si sanno URL, nomi e cognomi dei gruppi che hanno fatto qs. ricerca/ottimizzazione di cracking per ISP specifici, in Italia.
Mi spiace che "non ti convinca che ad allertarci sia un ex hacker", arrestato - aggiungo io - nel 1995, quindi 15 anni fa. E ti diro di piu': non sono il solo "ethical hacker" in circolazione.
Saluti,
Raoul
Ciao Raoul! Sono contento che tu abbia postato un commento e, a dire il vero, non sono sorpreso. Mi auguro che tu abbia compreso il "messaggio" del mio post come altrettanto mi auguro che tu non abbia travisato alcunchè.
RispondiEliminaPer la cronaca:
http://www.ihteam.net/blog/hacking-news/cracking-wpawpa2-router-fastweb/